In un’intervista per Left a cura di Martina Brandizzi e Ilaria Rocchi, il regista Valerio Jalongo parla del suo ultimo lavoro, il film documentario Il senso della bellezza – Arte e scienza al CERN:
Il senso della bellezza – Arte e scienza al Cern, film documentario di Valerio Jalongo è stato inizialmente proiettato nelle sale italiane unicamente il 21 e 22 novembre, riscuotendo un inaspettato successo tra il pubblico specializzato e non, tanto da richiedere una nuova programmazione in tutta Italia Quest’opera che indaga le connessioni tra arte e scienza, meraviglia il pubblico, aprendo le porte del laboratorio di ricerca più grande al mondo.
L’anti-modernità e il tradizionalismo sono un nuovo fronte culturale liquido che si affaccia nell’Occidente e che basa la sua essenza nella contraddizione.
Su “Le parole e le cose” è stata pubblicata un’intervista a Maurizio Ferraris, filosofo italiano impegnato sul fronte dei nuovi media e delle nuove forme di “documentalità” (suo il progetto documenta).
Giorgio Agamben, in questo post su Quotlibet parla di studio, ricerca e facoltà umanistiche associando una riflessione sul rapporto tra la società odierna e l’utilità.
Secondo i neuroscienziati Dan Sperber e Hugo Mercier la ragione umana é un frutto dell’evoluzione: le facoltá cognitive non sono emerse semplicemente per risolvere problemi astratti.
Un articolo su iltascabile.com a firma di Roberto Paura, dottorando di ricerca in comunicazione della fisica all’Università di Perugia, si interroga sulla possibilità che il nostro universo non sia altro che una simulazione di una civiltà infinitamente piu evoluta della nostra.
Su Pagina 99 Marco Filoni, ricercatore in Storia della filosofiaall’Ecole Normale Supérieure di Parigi, illustra l’evoluzione della società digitale attuale, che secondo l’autore alimenta l’incompetenza e mina i valori democratici.
Nelle colonne di Project Syndicate Peter Singer (qui info) riflette sull’empatia a partire dal libro dello psicologo e professore di Yale Paul Bloom, Against Empathy; mettendo in dubbio il valore, l’importanza e la crucialità dell’empatia (e delle altre emozioni) nella scelta delle azioni da compiere.
Henry J. Aaron critica la teoria economica classica, basata sul concetto di homo oeconomicus, applicandolo alle decisioni politiche, di fronte a società complesse o, per meglio dire, i cui incentivi non sono così standardizzati come si possa pensare.
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