Come riporta Wu Ming Foundation riprendendo un articolo del Manifesto*, l’Osservatorio per l’Asse ferroviario Torino-Lione facente capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha ammesso che l’avvio dell’opera si basò su stime sbagliate e previsioni infondate, pur confermando l’opportunità di proseguire con i lavori.
Il presidente cinese Xi Jinping, secondo solo a Mao Zedong per popolarità e consenso, si appresta ad aprire il 19 ottobre il Congresso del Partito Comunista e a dare al mondo una serie di risposte fondamentali.
L’economista politico Carlo Scarpa discute in un articolo per La Voce gli effetti del referendum sull’acqua del 2011 sul nostro sistema idrico nazionale, partendo dal caso di Roma e notando che
Secondo l’azienda di consulting A.T. Kearney, nella classifica mondiale dei paesi più interessanti in cui investire l’Italia raggiunge il tredicesimo posto, dietro la Svizzera e prima dei Paesi Bassi.
In un articolo del Sole 24 ore, ci si chiede se – in presenza della crisi, anche immobiliare – sia o no opportuno limitarsi ad usare un immobile e cioè affittare quello di qualcun altro, oppure possederlo, considerato che in Italia le tasse sugli immobili sono molto alte.
Il sito mobilita.org riprende uno studio di Urban Three pubblicato su StrongTowns che ha valutato il rendimento delle aree cittadine in base al tipo di utilizzo: le aree di parcheggio in questo senso sono uno spreco.
L’uscita dalla crisi pare essere messa a rischio dal rallentamento delle economie emergenti più importanti, note con la sigla BRICS: sono Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, e per vari motivi tutte sono in difficoltà.
Una lunga intervista al giuslavorista Pietro Ichino, che spazia da questioni interne al PD «Ero liberal-democratico anche quando ero un deputato del Partito Comunista», alla riforma del Jobs Act: «Non c’era bisogno della sfera di cristallo: bastava guardare ciò che accadeva in Paesi che erano avanti rispetto a noi di due o tre decenni, senza il paraocchi del provincialismo della nostra vecchia sinistra, per la quale “in Italia è diverso, quelle cose non si possono fare”», fino ad arrivare alle possibilità di crescita in Italia «In Italia gli investimenti diretti esteri sono pari a meno dell’uno per cento del Pil, la media europea è attorno al 4,5%».
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